Sara dalla Svizzera

Mi chiamo Sara, ho 35 anni e abito a Biasca. Ho 2 bambini e sono divorziata.

Sono cresciuta a Biasca con mio fratello maggiore. Avevamo un appartamento di quattro locali. Le stanze erano piccole e la cucina era vecchissima.

All’esterno, davanti alla mia camera, c’era un bellissimo melo. La sera, quando dovevo andare a dormire, mamma apriva la finestra e sentivo gli uccelli cantare. La mamma pregava tutte le sere con me. Quando era di buon umore, veniva un attimo nel mio letto. Mi prendeva fra le sue braccia e sentivo l’odore del suo profumo. In quei momenti ero felice.

Mio fratello non giocava mai con me. Diceva che le sorelle piccole sono noiose. Aveva dei problemi a scuola e, quasi sempre, collezionava brutte note. Papà lo sgridava spesso e lo picchiava anche. A volte mio fratello piangeva, ma soltanto quando nessuno lo vedeva. Poi, durante la cena non diceva più niente e anche tutti noi altri stavamo in silenzio. Solo la radio era accesa.

Quando i miei genitori litigavano, andavano in camera da letto. Tuttavia, riuscivamo a sentirli. A volte mamma piangeva. Papà di sera usciva spesso. E noi tre ci ritrovavamo improvvisamente felici. Ci facevamo una bella serata, guardando la televisione e mangiando un buon dessert.

Papà era poliziotto e mamma era cassiera. I soldi che guadagnava lei, li spendevamo per la nostra roulotte. Da maggio a settembre, andavamo tutti i sabati sul Lago Maggiore e tornavamo a casa solo di domenica. Lì avevo molte amiche. Giocavamo con l’acqua e i sassi oppure con le bambole. Papà leggeva il giornale e fumava sigarette, mamma sfogliava una rivista o faceva maglia. Mio fratello era in giro con i suoi amici. Tutti erano contenti.

A 6 anni cominciai a frequentare la scuola elementare. Ero orgogliosa della mia cartella! Era rossa e blu con delle farfalle gialle. All’inizio andavo molto volentieri a scuola: scrivevo bene. Purtroppo, ero meno brava nei calcoli e nel dettato. Mamma a casa mi faceva esercitare parecchio. Tuttavia, durante le verifiche, la mia testa era vuota e la nota, di conseguenza, brutta.

Avevo una cara amica. Stavamo insieme tutti i giorni: giocavamo, facevamo lavoretti o ci raccontavamo i nostri segreti. Lei viveva in un appartamento più grande. Andavo spesso a mangiare dalla sua famiglia. Da loro si parlava e si rideva molto. Era così diverso rispetto a noi! La mia amica, dopo la quinta elementare, iniziò a frequentare una scuola diversa dalla mia. Da quel momento in poi abbiamo perso i contatti. La scuola mi piaceva meno e fui contenta quando cominciai un apprendistato in ufficio.

Lavorai qualche anno, alla fine in un’agenzia di viaggi. Era il mio lavoro dei sogni. Nel frattempo, mi sposai ed ebbi 2 bambini. Quando erano ancora piccoli, lavoravo soltanto a tempo parziale e li affidai a una mamma diurna. Ora, i bambini sono piuttosto indipendenti e lavoro all’80%.

Il mio matrimonio non è stato così soddisfacente. Ci siamo separati in modo amichevole, abbiamo ancora contatto tra di noi per via dei figli. Festeggiamo insieme sia il Natale sia i compleanni dei bambini.

I miei bambini sono la cosa più importante della mia vita. Mi auguro che imparino un buon mestiere, che abbiano fortuna nella scelta del loro partner e che non siano costretti ad affrontare la vita da soli.


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